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Ciao, caro Amico, ci sentiamo presto…

Carissimo Carluccio,
Venerdì sera, quando ci siamo visti per l’ultima volta, nella camera d’ospedale che ti ospitava ormai da diversi giorni, ti ho volutamente salutato con un: “Ciao Carluccio, ci sentiamo presto”. Malgrado mi augurassi il contrario, ho avuto il sentimento che non ti avrei più rivisto, ma quello di sentirti, si. Posso sentirti ogni volta che lo desidero, e possono sentirti ogni volta che lo desiderano tutti quanti ti portano nel cuore. Credimi, sono tanti. A partire dai tuoi cari, dai tuoi amici e da tutti gli appartenenti alla grande famiglia del ciclismo con i quali hai condiviso gran parte del tuo tempo libero.

Sai Carluccio, tempo fa alla televisione ho visto un documentario che mi ha particolarmente emozionato e fatto riflettere. Era la testimonianza di alcuni ticinesi che hanno avuto un’esperienza particolare dopo aver subito un arresto cardiaco. Sono rimasti per alcuni minuti in uno stato di pre-morte ma poi sono riusciti a riprendere le funzioni vitali. Tutti quanti hanno raccontato di aver sperimentato l’abbandono del proprio corpo, la capacità di osservarlo dall’esterno, assistendo all’attività di medici e soccorritori. Hanno sperimentato una grande sensazione di pace e serenità mai provate prima, e ciò che mi ha colpito maggiormente é quello che hanno descritto come la “rivisitazione” della vita terrena vissuta fino a quel momento. Una sorta di film della propria vita che avviene in un contesto di valutazione etica delle esperienze vissute.

Credo che il film delle esperienze che hai vissuto, caro Carluccio, sia la rappresentazione del percorso di un uomo che in questa vita ha avuto una crescita spirituale importante. Una crescita fatta di piccoli tasselli, piccoli gesti, parole, sguardi, che nel contesto della nostra società hanno fatto di te una grande persona, amata e rispettata da tutti. Un esempio di altruismo e di sacrificio verso il prossimo. Soprattutto verso le decine di giovani ciclisti che hai saputo crescere e valorizzare, principalmente come persone e poi come corridori. In questi tre giorni ho ascoltato e letto la testimonianza di diversi tuoi protetti e tutti quanti riconoscono in te il fatto di non essere stato solo un dirigente o un allenatore ma più di ogni altra cosa, una guida, un maestro che ha dispensato loro importanti insegnamenti per affrontare la vita.

Hai sempre amato raccontarci aneddoti raccolti nei tuoi anni felici passati nel mondo della bicicletta. Sono convinto che potrai riviverli nel filmato del tuo vissuto. Ci saranno diversi fermi immagine: si tratta delle immagini che noi tutti ci portiamo nel cuore in ricordo di te. Sono personali, differenti per ognuno di noi, ma molto significative. Sono le immagini del momento in cui i nostri cammini si sono incrociati e da tale incontro é scaturita una reciproca crescita. Per me l’immagine nel cuore é quella del tuo volto e dei tuoi occhi illuminati di gioia al rientro in macchina dopo una corsa. Mi viene dal cuore la parola Condivisione. Mi hai insegnato che si può essere felici nella vita rendendosi disponibili verso gli altri condividendo il proprio sapere e mettendo a disposizione le proprie energie, senza nessun tornaconto personale.

Caro Carluccio, ti ricorderemo come infaticabile dirigente, allenatore e meccanico negli anni ’70 e ’80, responsabile della sicurezza delle nostre gare negli anni ’90 e come volontario esemplare nelle settimane precedenti e durante il Mondiale di Mendrisio del 2009 nel quale impressionasti tutti gli addetti dello staff per le tue immense capacità lavorative ed organizzative.

Anche questa volta non ti dico addio. Ti dico solo: “Ciao, caro Amico, ci sentiamo presto”. Ti penseremo, ti rivolgeremo le nostre domande, e nel silenzio attenderemo che le tue risposte giungano ai nostri cuori.

Andrea e i tuoi amici del VC Mendrisio

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